Siamo arrivati a quota 20 per l’invenzione del secolo, se non di più. Era giusto dedicare un post alla creatura che ha cambiato la vita a tante persone (me compreso) e tante ne cambierà. E’ tardi non sto molto bene perciò vi cito la fonte auterovole di Marco Pratellesi, giornalista della testata corriere.it. Saluti a tutti 😀
Come sarebbe il mondo senza internet? Nessun sito da visitare, le informazioni che viaggiano su carta, niente database, lunghe soste in biblioteche e archivi per raccogliere dati, niente email, niente social network, niente di niente del mondo digitale che oggi ci avvolge. Eppure, quel mondo è esistito fino a soli 20 anni fa.
Era il 13 marzo 1989 quando al Cern di Ginevra il ricercatore inglese Timothy John Berners-Lee mise a punto il progetto sul trasferimento dati attraverso gli “ipertesti”. Un sistema complesso che oggi ci appare nella forma semplificata del binomio link-clic. “Vago, ma eccitante”, lo definì Mike Sendall, capo di Berners-Lee, dando il via al progetto destinato a cambiare la società, la storia, il modo di comunicare: in una parola la nostra vita degli ultimi 20 anni. L’anno successivo, insieme a Robert Cailliau, Berners-Lee aveva fatto nascere il World Wide Web e con esso il primo sito internet al mondo, tuttora esistente: http://info.cern.ch.
Nei suoi primi anni il web è stato una riserva quasi esclusiva di scienziati, professori e ricercatori. Ma oggi, come ben sappiamo, è il sistema più diffuso per cercare informazioni e comunicare con qualsiasi parte del mondo a costi contenuti. Casalinghe e anziani, professionisti e ragazzini, non fa alcuna differenza: gli utenti sono ovunque esista la rete.
Il web, che oggi celebra i suoi 20 anni di vita, e che era nato per facilitare la comunicazione tra i ricercatori, ha avuto un grande impatto nella vita di tutti i giorni per l’uomo comune. Oggi si calcola che ci siano più di 80 milioni di siti web connessi e oltre un miliardo di navigatori, gli uni e gli altri in continua crescita. I vantaggi che la rete ha portato sono evidenti e riconosciuti da tutti. Ma, come spesso accade, il progresso ha introdotto anche nuove problematiche e rischi.
Proprio ieri Sir Tim Berners-Lee, in una audizione alla camera dei Lord, ha denunciato i rischi per l’integrità di internet e la privacy dei cittadini se i governi non interverranno con leggi che limitino l’accesso di terzi (privati e governo) ai dati sulle attività digitali dei cittadini.
Le nuove tecnologie consentono di monitorare le pagine visitate e le attività degli utenti in rete in modo da poter poi inviare pubblicità mirate in base ai gusti delle persone.
Questo, per Berners-Lee è una inaccettabile invasione della privacy: “La gente usa internet anche quando ha dei problemi – ha spiegato – per sapere se ha contratto malattie, o riguardo alle proprie opinioni politiche: è vitale che non vengano spiati”. Accettare queste forme di intrusione – è il pensiero dell’inventore del World Wide Web – equivarrebbe a mettere le telecamere nei soggiorni delle persone o ad aprire la loro posta. Il Grande Fratello di Orwell.
da corriere.it del 12 marzo 2009