Giorno 7 aprile 2009, vestiti i panni di Protezione Civile e raggiunto il mio gruppo, ci siamo diretti nelle zone colpite dal terremoto a L’Aquila e provincia. Cosa dire? Solo due cose: rovine e disperazione. La macchina degli aiuti, per quel che mi riguarda, è solo da elogiare per impegno e spirito di sacrificio. Ho fatto del mio meglio per dare un piccolo contributo in quell’inferno. L’Abruzzo è stato colpito duramente, ed io come abruzzese e padre di famiglia sento ogni giorno che passa, il peso della disperazione e della paura, sia per me ma soprattutto per la mia famiglia. Ieri è stata una giornata molto particolare, di quelle che non si dimenticheranno mai. Appena entrati nei paesi colpiti dal cataclisma, l’orrore è stato immediato. Davanti i miei occhi solo rovine, costruzioni accartocciate, fabbriche sventrate, insomma tutto è parso subito irrimediabilmente difficile da ripristinare in tempi brevi. Troppi i paesi colpiti e la montagna non rende facile le cose. Paesi sparpagliati giù e sù, quasi irragiungibili e a rendere più difficili le cose alcuni crolli che ci hanno più volte costretto a cambiare tragitto. Tante le cose che mi rimarranno particolarmente in testa: gli abbracci e le lacrime di due famiglie per aver loro recuperato alcuni abiti e alcuni generi alimentari dalle loro case semidistrutte e a loro proibito l’accesso. Spero un giorno di rivederli. E poi le auto recuperate da dentro alcuni garages, l’intervento dei cani della cinofila della Guardia di Finanza. Le scosse non smettono un attimo e anche qui giù a Pescara si avvertono chiaramente, come quella del 7 aprile alle 19,42. Ero a montare delle tende a S.Martino d’Ocre a oltre 1000 m d’altezza e ragazzi credetemi, pensavo di morire tanto è stata forte. Spero di darvi con il mio video, una giusta testimonianza e di trasmettervi le stesse emozioni che ho provato io. Che Iddio ci aiuti a superare questo momento così duro. (Errore sul video: non è San Michele d’Ocre ma è San Martino d’Ocre. Mi scuso con gli abitanti di San Martino d’Ocre).
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