E’ un periodo oramai ininterrotto in cui la regione Abruzzo è caratterizzata da diversi eventi importanti, tutti alla ribalta della cronaca, non c’è che dire. Prima sanitopoli con l’ex Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, invischiato tra “capretti e cliniche private”. Poi l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso con lo scandalo degli appalti ai cimiteri e poi, per ultimo e ben più catastrofico, la natura che si ribella ai suoi abitanti con la scossa di terremoto a L’Aquila e provincia. Ma perchè? Cosa abbiamo fatto di male? Eppure fino a qualche tempo fa se chiedevi a qualche forestiero delle informazione sulla nostra regione, a malapena sapeva della sua esistenza oppure la prima cosa che gli veniva in mente erano gli arrosticini e la pasta alla pecorara, il mare a Silvi e Pineto e la neve a Roccaraso. Ora è tutto cambiato. Ci conoscono anche in Nuova Zelanda, strana la vita. Comunque una cosa è certa: le uscite del signor Santoro in quel teatrino trasmesso su Rai 3, ci fanno capire che nonostante ci sia tanto lavoro e tanta voglia di fare, c’è sempre qualcuno che ti mette sempre i bastoni fra le ruote solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto, senza considerare il bene della collettività. Ma ci rendiamo conto: io ero su a lavorare per il mio prossimo, a rompere vetri e porte per accedere nelle abitazioni dei terremotati per cercare di recuperare più capi di abbigliamento possibile, tra una scossa e l’altra a discapito della mia famiglia lasciata sola a casa durante le fasi del sisma e sento dire che in televisione certi signori, se così li possiamo definire, non hanno meglio da fare che attaccare la Protezione Civile, Bertolaso e il Governo? Ma si può? Sono veramente indignato e schifato, credetemi. Forse è meglio che in certi momenti gente come il signor Santoro, si ritiri in qualche isola deserta o in qualche eremo a recitare il mea culpa e frustarsi dietro la schiena (proprio come faceva il prete albino del film “Il codice Da Vinci”, ricordate?). Comunque io ho avuto fiducia dall’inizio e ancora adesso, appoggio pienamente la macchina dei soccorsi: tempestiva e idonea al 100 per 100, ve lo posso assicurare e non solo perchè ho avuto l’onore di farne parte ma anche perchè la macchina dei soccorsi siamo noi… noi gente comune che vuole tendere la mano al fratello bisognoso. Due ultime cose: veramente simpatico il motto “Barcollo ma non mollo” stampato in alcune T-shirt in giro in questo periodo. Anche se nata dalla bocca di personaggi storici della destra fascista, ne condivido pienamente il senso in questo contesto di sofferenza e morte. Per ultimo vorrei ringraziare di cuore gli abitanti della tendopoli di San Martino d’Ocre (Aq). Motivo? Averli aiutato, averli ascoltato, averli sorretto in questo momento particolare, mi ha fatto crescere veramente tanto. Grazie di cuore ancora. Ora, non dobbiamo dimenticarci di loro. Dobbiamo sempre e comunque stare loro vicino con le maniche rimboccate perchè c’è ancora tanto da fare. Se avete voglia e desiderio di dare loro un appoggio nella tendopoli chiamatemi al numero 320-8180021 (ho messo anche il banner sulla home page). Vi dirò come fare per un aiuto concreto e diretto con la vostra presenza. Saluti e al prossimo post.