Parlare del libro L’Aquila 06.04.2009 “Il catastrofico terremoto delle 3:32” scritto da mia moglie, Elena Costa, è un avvenimento che mi rende fiero ed orgoglioso di lei. Non è assolutamente facile farlo ma voglio che questi miei pensieri oltre che con le parole, vengano impressi anche tra i post del mio blog. Tenere tra le mani e sfogliare una ad una le pagine di 3 mesi del suo duro lavoro è un’esperienza che mai avrei pensato mi toccasse così profondamente. Un lavoro immane diviso anche con gli impegni famigliari che una mamma e moglie conosce benissimo. Ricercare poi persone disposte ad aprirsi e parlare della loro tragica esperienza non è stata certo una cosa semplice. Ricordo ancora le nottate passate a trascrivere al computer quelle interviste fatte negli alberghi della costa adriatica, il piccolo mangianastri che fa avanti e indietro emanando quello stridio fastidioso alle orecchie, gli occhi arrossati perchè in lacrime mentre viene battuta, parola per parola, il racconto di tanta, tantissima, direi troppa sofferenza di coloro che hanno perso tutto ma si sentono fortunati, perché sono sopravvissuti e di coloro che non vorrebbero più svegliarsi la mattina per vedere la luce del sole, perché hanno perso uno, due o tutti i propri cari, sotto le macerie. Non è facile neanche per me ancora oggi parlare dei fratelli aquilani e giuro che mi sono emozionato tantissimo quando ho sfogliato dall’inizio alla fine, il libro di Elena. E gli occhi a un certo punto non ce l’hanno fatta più a riconoscere le parole tra le righe mentre la gola poi non vi dico invasa come da un veleno amarissimo. Secondo la mia interpretazione le prime pagine del libro rappresentano una certa razionalità: dalla premessa del Prof. Vincenzo Di Marco ai ringraziamenti di mia moglie, fino ad arrivare alla prefazione di Guido Bertolaso, instancabile ed eccellente regista delle operazioni della Protezione Civile (di cui sono fiero di far parte). Da parte del Dottor Bertolaso, due pagine profonde e intense che risaltano il grande lavoro fatto da Elena Costa, mettendo a duro confronto il terremoto, visto come una furia incontrollabile ed imprevedibile della natura, con la razionalità dell’uomo, sempre alla ricerca di risposte. Poi dopo di lui, un dilagare di emozioni fortissime: dalle parole di Gianni Chiodi il nostro Governatore della Regione Abruzzo e Stefania Pezzopane, Presidente della Provincia dell’Aquila: i loro commenti sono un pieno di sensazioni personali miste ad amore e coraggio esemplari. fogliando ancora tra le pagine arriviamo a i ritagli dei titoli dei giornali locali e nazionali: da quei primi giorni fino ad oggi. E ancora le oltre 200 foto selezionate da un bacino di oltre 2000 scatti, effettuati da amici di Protezione Civile e fotografi professionisti. E poi, la cosa più importante le 40 testimonianze di chi è stato investito dalla furia della natura e da chi è stato chiamato per tendere una mano. Alcune delle storie conducono a persone che ho conosciuto personalmente. Tra cui Simona Iannini (insieme al marito Francesco e il figlio Stefano) che ha raccontato una delle esperienze più dure, Viviana Di Pasquale e Fernanda Di Biagio amiche piene di speranza conosciute nella tendopoli di San Martino D’Ocre. Insomma, un libro completo sotto ogni punto di vista che io considero un vero documentario storico contemporaneo e mai come in questo caso “la storia l’abbiamo vissuta e scritta noi” anche se involontariamente. Ora non ci rimane, anche grazie al libro di Elena Costa, di tenerla sempre viva nelle menti di ognuno di noi perchè molto deve essere ancora fatto. Soprattutto per evitare (o almeno contenere) che stragi così efferate si ripetano ancora una volta.
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Recensione toccante. Bravo Rossella=(