Nassirya, novembre 2003: 19 carabinieri morti. Kabul, settembre 2009: 6 paracadutisti della folgore morti. Oggi il mio pensiero va a voi ragazzi che qualche giorno fa, siete saliti al cielo e avete finito prematuramente, di vivere la vostra esistenza. Va a voi che ci avete lasciati soli, nel nostro piccolo e grande dolore per aver perso dei colleghi, simbolo della nostra nazione, della nostra bandiera. Posso dire con certezza e con orgoglio che siete morti da eroi, consci della grande responsabilità a voi affidata, ossia quella di portare la pace in una terra martoriata, in una terra piena di uomini terribili che forse, pace mai vorranno avere. Stamattina la cerimonia dell’alza bandiera, non ci ha dato come al solito, il buongiorno. -“E’ strano”- mi sono detto col collega Giovanni C. – “Stamattina non ho sentito l’alza bandiera suonare. E tu?”- Sapete, a volte la frenesia della vita ci fa dimenticare tante cose, anche delle celebrazioni solenni. Poi passando attraverso il piazzale, gli occhi si alzano in alto e tutto torna alla mente: -“Oggi ci sono i funerali dei parà, Giovà. Strano anche le bandiere, la nostra e quella europea a fianco, sembrano tristi. Non sventolano, non si animano, proprio alcun movimento”-. Il terremoto in Abruzzo mi ha cambiato la vita. Mi ha insegnato a saper piangere, sfogare il dolore con le lacrime e oggi è lo stesso. Mi ferisce tanto soprattutto sapere che chi continuerà a piangere e soffrire per sempre, saranno i vostri famigliari, le vostre mogli, i vostri figli. A loro va ora il mio pensiero e il mio dolore: voi avete raggiunto il paradiso, loro stanno toccando l’inferno. Un inferno buio, fatto di solitudine e amarezza per non essere riusciti neanche a darvi un saluto, un ultimo bacio, un ultimo abbraccio. Spero per loro, che il tempo passi presto, l’unica e sola medicina che potrà affievolire il dolore dei loro cuori. Spero che i piccoli dei militari caduti, capiscano un giorno di aver avuto dei papà speciali, degli eroi dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero. Ciao ragazzi. W la folgore, W la nostra nazione, W la nostra bandiera.
P.S. Questo post lo dedico a tutti i papà militari, morti per colpa di efferati attentati o semplicemente mentre svolgevano il loro lavoro. Lo dedico ai papà Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, Finanza, Forestale, Esercito, Marina (la mia forza armata) e Aeronautica che operano tutti i giorni con la consapevolezza che qualsiasi giorno, qualsiasi momento, potrebbe essere anche l’ultimo. Ma questo è il nostro lavoro, questo è il nostro orgoglio, questa è la nostra maledizione, questa è la nostra scelta, il nostro dna.