Un terremoto terribile quello capitato nella notte del 24 agosto 2016 alle ore 3,36 nel centro Italia. Ci siamo svegliati nella notte di soprassalto pure qui a Città S.Angelo (PE), lo abbiamo avvertito chiaramente e siamo saltati letteralmente dal letto: ho avuto come l’impressione (poi smentita) che fosse anche più forte di quella del 6 aprile 2009 dell’Aquila. Ho gridato a mia moglie: -“Il terremoto”!!- Poi siamo corsi nella camera dei bimbi, mentre ancora tutto tremava. I nostri bimbi sono scoppiati a piangere e poi, mentre i lampadari delle camere oscillavano ancora, ci siamo vestiti alla bene meglio e siamo corsi verso la porta di casa. Appena fuori nel pianerottolo i nostri vicini erano pronti come noi e poi giù insieme per le scale ed uscire dal nostro palazzo (abitiamo al 3° piano).
Mai avrei pensato che una scossa del genere avrebbe provocato la morte di 291 persone (dati aggiornati ad oggi 27 agosto). Ho ancora davanti gli occhi le immagini delle bare che scorrono sui Tg nazionali mentre si celebra il lutto nazionale e i funerali di stato delle vittime: -“Maledetto terremoto, hai aspettato il buio per ammazzare tutta questa gente nel sonno. A qualche minuto rispetto quello dell’Aquila del 2009 ma sempre nel cuore della notte, mentre intere famiglie riposavano, i bambini sognavano e i turisti in vacanza riempivano le stanze degli alberghi.”-
Nel frattempo che ho chiamato mia madre e mio suocero ed accertatomi che tutti stavano bene, ho appreso dai social media e dalle app dello smartphone l’epicentro maledetto del disastro: magnitudo 6.0, profondità 4,2 km ad Accumoli (Rieti). Rimaniamo io e la mia famiglia ancora un po fuori, poi armati di coraggio risaliamo le scale (erano più o meno le 4,10). I bambini non volevano salire, volevano dormire in auto (quella dei vicini, la mia guarda caso era dal carrozziere). Io volevo rientrare, volevo informarmi attraverso la tv sulle ultime notizie. Su Rainews 24 ho assistito alla telefonata del sindaco di Amatrice (Rieti) Sergio Pirozzi che affranto comunicava che Amatrice non c’era più: parole pesanti come le macerie. Poi mentre ascoltavo gli approfondimenti, alle ore 4,33 un’altra fortissima scossa (epicentro a Norcia, magnitudo 5,3 a 8,7 km di profondità). Siamo scesi nuovamente giù per le scale. Che fare?? Rimaniamo giù fuori casa fino a quando?? La mia mente mi ha proiettato al maledetto 6 aprile 2009, all’epoca siamo scesi in piazza a Marina di Città S.Angelo ed eravamo proprio in tanti: questa volta non ho visto le persone uscire fuori casa, solo qualche luce accesa nelle case dei palazzi vicini, come se fossimo abituati ai movimenti della terra e quindi oramai assuefatti dai tremori ma non eccessivamente spaventati. Che strana cosa la consapevolezza: ti abitui anche al male e non ci fai più di tanto caso. Successivamente alle dopo circa una mezz’oretta siamo risaliti a casa. Poi dopo aver tranquillizzato i bambini e vista ancora un po di tv siamo tornati a letto, erano circa le 7,00 di mattina e il sole splendeva. Nelle ore seguenti la tragedia è affiorata in tutto la sua grandezza: i paesi colpiti dal sisma del 24 agosto 2016 alle ore 3 e 36 Amatrice e Accumoli per la provincia di Rieti e poi Arquata e Pescara del Tronto (Ascoli Piceno) non esistono più.
Ringrazio Pietro Peca per la gentile concessione delle immagini di questo post che testimoniano il paese di Pescara del Tronto (AP) nelle ore successive al sisma.