Finalmente dopo 30 anni la Cassazione cambia la regola sull’assegnazione dell’assegno divorzile (c.d. assegno familiare). In caso di divorzio non conta più il tenore di vita matrimoniale ma l’autosufficienza economica e indipendenza del coniuge che lo richiede. Che vuol dire? Vuol dire che fino ad oggi il matrimonio era diventato una sorta di assicurazione per la vita. Ora forse non più. Faccio un esempio: io (donna) mi sposavo il riccone di turno, poi per un motivo “x” mi separavo e siccome il mio tenore di vita con il riccone era 100, ora che mi separo mi spetta un assegno familiare di 100. In poche parole, tu partner sai lavorare e allora lavora!! Non sperare in di campare dietro le spalle di qualcuno!!
Eh no, ora non è più così. La Cassazione in merito al divorzio tra Vittorio Grilli, ex ministro all’economia del governo Monti e l’ex moglie, una imprenditrice americana, ha respinto la richiesta di assegno di lei non perchè sia ricca e benestante (mentre il marito ha avuto un abbassamento dei redditi) ma la circostanza dei tempi ormai sono cambiati e occorre sottintendere il matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità e in quanto tale anche dissolubile (può finire). Quindi dice la Cassazione non si può conservare il tenore di vita matrimoniale.
In poche parole ora il matrimonio si estingue non solo sul piano personale ma anche su quello economico.
Gli indici principali che la Cassazione ha individuato per valutare l’indipendenza economica di un ex coniuge sono:
- Possesso di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare;
- Capacità e possibilità effettive di lavoro personale (a meno che il patner richiedente assegno non abbia problemi fisici e mentali, può lavorare tranquillamente);
- La stabile disponibilità di un’abitazione.
Finalmente si ragiona e si da una forte sterzata a favore del buonsenso e dell’intelligenza. Per cui forse ora un povero partner che doveva pagare fior fiore di assegni e ridursi sul lastrico, e magari dormire sotto un ponte per pagare i debiti, forse e dico forse pagherà per il giusto, così come si fa nel resto d’Europa nei quali l’assegno divorzile dipende essenzialmente dai patti prematrimoniali. Ed è una cosa giustissima. Bisogna parlarne e decidere bene da persone mature cosa essenzialmete riconoscere e riconoscersi alla fine di un matrimonio.
Ripeto: buonsenso e solo buonsenso!!
Speriamo bene!!