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Secondo Me

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Lo Squash: a me mi piace

Con l’arrivo del nuovo anno e la fine delle feste natalizie, facciamo tutti i conti con la bilancia. Anche con me quest’anno quell’aggeggio infernale segna chili è stato poco clemente facendomi vedere “i numeri” accumulati tra dicembre e gennaio. Oltre ad una dieta quest’anno ho deciso di dedicarmi ad una attività sportiva: il calcio non fa per me, il tennis no, la palestra è noiosa. Cosa fare?? Mia moglie Elena mi ha parlato della sua mini avventura a squash all’Unicentro a Montesilvano (Pescara) di qualche anno fa e mi son detto, perchè non provare?? Ragazzi mi trovo alla mia terza lezione col maestro federale Sergio Vizioli e posso assicurarvi che se cercate uno sport avvincente, che dia 001sfogo allo stress accumulato a lavoro, allora non posso che consigliarvi lo squash. Armato di scarpe da tennis con la suola chiara, racchetta speciale da squash mi sono cimentato in questa attività sportiva che mi sta dando tante soddisfazioni. Non sono un esperto ma voglio darvi le ragioni per cui secondo me andrebbe praticato:
1) Ambiente protetto dai rigori dell’inverno e quindi praticabile sempre;
2) Ragazzi il campo è piccolo ma si corre e si scappa da morire;
3) Divertentissimo, specie quando riesci a fare punto all’avversario 😉
4) Relativamente economico (nel mio caso un pacchetto di 10 lezioni col maestro Sergio Vizioli mi costano 170 euro) ma vi giuro le valgono tutte;
5) Sergio ha appena compiuto 63 anni la scorsa settimana ma è un bluf: è un falso anziano specie quando fa volare quella pallina dove dice lui;
6) L’Unicentro di Montesilvano è un centro sportivo polivalente molto professionale e confortevole e devo dire la verità che mi sono sentito subito a mio agio.
Insomma se volete un’alternativa al solito pallone, alla noiosa palestra o altro venite a chiedere informazioni e a fare una prova. Secondo me non fa mai male e poi se magari diventiamo bravi e riusciamo ad organizzarci potremmo inventare anche dei mini tornei interni e sfidarci.
Se volete avere informazioni contattate direttamente il maestro Sergio Vizioli al numero di cellulare 338 4092723 e dite che avete letto l’articolo sul mio blog: in regalo una sfida col sottoscritto e chiaramente il campo lo paga Sergio… Saluti a tutti!
Vi do alcune notizie sulle regole dello squash che potrete facilmente reperire dal sito del centro sportivo Unicentro.it

Il Campo
Ha pareti preferibilmente in muratura e pavimento in parquet. La linea di delimitazione superiore tracciata in alto nella parete frontale scende in quelle laterali sino alla parete posteriore in cristallo. La linea di delimitazione inferiore è costituita da uno zoccolo di latta denominato TIN. La linea di demarcazione di servizio è posta quasi a metà tra le due linee precedenti.

L’Attrezzatura
L’abbigliamento è quello normale del tennista, la “suola” in gomma delle scarpe, deve essere chiara e sempre pulita. La racchetta, di lunghezza complessivamente uguale a quella del tennis, ha un tondo più piccolo ed un manico più sottile. La palla pesa circa 23 grammi e contiene al suo interno una goccia d’acqua, per effetto del palleggio iniziale si riscalda accentuando la sua capacità di rimbalzo.

002L’Allenamento
Tutti gli sport comportano rischio e lo squash non fa eccezione. E’ quindi opportuno essere in forma per praticare lo squash, più che giocarlo per essere in forma. Essenziale pertanto è un allenamento graduale, in palestra e con attrezzi, sotto sorveglianza medico-sportiva. Evitare inizialmente le competizioni impegnative. Lo squash consente tuttavia di raggiungere una forma smagliante sia sul piano muscolare che dei riflessi nervosi, forma che puù essere mantenuta anche d’inverno, dato che si gioca in locali chiusi e confortevoli.

Il Punteggio
Un incontro si disputa al meglio dei 3 o 5 giochi. Il giocatore che per primo raggiunge i 9 punti vince un gioco. In caso di 8 pari, il ricevente può scegliere di allungare il gioco a 9 o 10 punti.

Come si conquistano i punti
I punti possono essere conquistati solo dal battitore (come nella pallavolo). Per ogni colpo vincente si aggiudica un punto. Quando il battitore sbaglia, il servizio passa all’avversario, senza cambio di punteggio.

Il Servizio
E’ il sorteggio a designare chi batterà per primo. Il battitore continua a servire finchè non perde il colpo e il servizio passa all’avversario. Il battitore è libero di iniziare a servire scegliendo il box, ma una volta segnato un punto deve alternare i box.

Come si serve
La palla deve essere indirizzata direttamente contro la parete anteriore fra la linea mediana e quella alta di fuori campo. Salvo che non venga presa al volo, essa deve ricadere sul pavimento nel quarto posteriore opposto a quello del battitore. Il battitore ha a disposizione una sola palla di servizio. Il battitore perde il servizio quando la palla termina nelle zone di ‘out’, oppure quando colpisce una parete laterale prima di quella frontale, oppure quando la palla cade a terra senza essere colpita dal battitore.

Il Gioco
Dopo un servizio valido, i giocatori colpiscono alternativamente la palla sino a che uno dei due commette un errore. La risposta è valida quando la palla, prima che abbia rimbalzato più di una volta sul pavimento viene rilanciata in maniera corretta in modo che colpisca la parete anteriore del campo sopra la linea della limitazione inferiore e sotto quella superiore, senza prima toccare il pavimento o uno dei giocatori.

Interferenze003

Dopo aver colpito la palla, il giocatore deve fare ogni sforzo per non intralciare l’avversario: lasciandogli buona visibilità, possibilità di movimento verso la palla e spazio per effettuare il colpo. Un intralcio non giustificato viene penalizzato indipendentemente dalla sua volontarietà. In caso di impedimento il giocatore che ritiene di essere stato danneggiato, puù richiedere che la palla venga rigiocata (“let”).

Let
Ogni volta che si abbia il minimo dubbio di poter colpire l’avversario con la racchetta o con la palla, oppure ogni volta che l’accesso alla palla risulti impedito, si interrompe il gioco e si serve un’altra palla.

Come si prepara il colpo
La gamma dei colpi è simile a quella del tennis. Data la limitatezza dello spazio e la vicinanza tra i giocatori, il colpo non deve essere preceduto da movimenti eccessivamente ampi.

Palle non valide
Non sono valide le palle che colpiscono il soffitto o che vanno oltre la linea superiore e inferiore di demarcazione dell’out o sulle linee stesse o quando toccano il pavimento prima di aver raggiunto la parete frontale.

La Posizione Migliore
E’ consigliabile che il giocatore, subito dopo aver colpito la palla, cerchi di raggiungere rapidamente il centro del campo da dove si controlla meglio l’andamento del gioco.

La Palla è in Gioco
B ribatte la palla servita da A, il quale più farla rimbalzare una volta sul pavimento oppure colpirla al volo. Qualsiasi palla che tocchi due volte il pavimento non è più giocabile.

Gioco Indiretto
Non necessariamente la palla deve essere mandata direttamente sulla parete frontale. B, in questo caso, la fa passare per la parete laterale. A, deve colpirla prima che tocchi due volte il pavimento.

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Angeli della PatriaSecondo Me

Addio Vincenzo…

“E dai non scherzare, possibile mai??? Ma che dici, non ci credo!!” E invece la realtà pesa come un macigno e il mio amico-collega Fabrizio da ieri non fa altro che confermarlo: Vincenzo Sorrentino se n’è andato. Incidente stradale in una strada romana mentre si dirigeva al lavoro con lo scooter. Lascia moglie e due figli di 8 e 4 anni. Giusto due parole per ricordare Vincè, il passato insieme. Ricordo l’arrivo a Mariscuola Taranto per il vincenzo_sorrentinocorso Imrs nel settembre 2001. Di lì a poco la tragedia dell’11 settembre a New York. Ricordo i nostri stati d’animo per la sciagura e i primi commenti nella stanzetta. Ricordo le bellissime partite con la Playstation a quei giochi che ti piacevano tanto Pes e legacy of Kain. Ricordo che eri felice perchè era nato tuo figlio. Ricordo le tue guance rosse e la tua voce incisiva. La tua intelligenza e i tuoi capelli nerissimi. Ricordo le serate a mangiare la pizza e vedere le partite di calcio. Ricordo la tua bontà e la tua sensibilità. Vincenzo che dire, non ho altre parole. Spero che la tua famiglia superi presto questo duro momento. Da parte mia e dei tanti colleghi della Marina Militare credo si innalzi unanime un grosso in bocca al lupo. Addio Vincè, presto arriveremo anche noi a farti compagnia. Ciao Frà… Articolo tratto da ilmessaggero.it di oggi: Cane taglia la strada, muore motociclista sulla Braccianense. Era a bordo di uno scooter quando all’improvviso gli ha attraversato la strada un cane. Inutile il tentativo di evitarlo. Nello scontro ha perso la vita sia il 37enne, originario di Napoli, che il cane. L’uomo è stato trasportato all’ospedale di Bracciano, ma è morto poco dopo. L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 all’altezza del chilometro 12 della via Braccianense in direzione fuori Roma. Il tratto di strada interessato è stato chiuso fino a 9.50 per consentire i rilievi.

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Il mio Capodanno 2010

Un Capodanno 2010 all’insegna dell’amicizia e della serenità a Città Sant’Angelo (Pescara). Con la mia famiglia e i miei amici quest’anno abbiamo affittato un asilo nido a marina e tutto si è svolto liscio come l’olio: 11 coppie per un totale di 22 bambini, hanno animato una serata memorabile anche grazie all’ausilio di un karaoke sul mio notebook ed un proiettore di Ivan Cocco. Ecco le foto che da sole racconteranno il nostro Capodanno 2010.

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Il mio pensiero di Natale

Il 15 dicembre si è svolta come ogni anno, la recita dei bimbi dell’asilo nido e scuola dell’infanzia “Piccole Pesti” di marina di Città Sant’Angelo (Pescara). Per il 3° anno consecutivo Lorenza Torrieri, amica e dirigente della struttura, mi ha chiesto di produrre un video freelance per la recita di natale 2009 ed io come al solito non ho saputo dire di no anche per la presenza nella manifestazione del mio piccolo Emanuele Paolo. Devo dire la verità: il video che ho prodotto quest’anno ha una connotazione molto personale. Il motivo? Il terremoto in Abruzzo. E’ stato spontaneo volgere il mio pensiero, durante la performance di Francesca figlia di Lorenza, a tutte le persone, le immagini e le storie del “mio terremoto”, di ciò che hanno visto i miei occhi e di ciò che ha provato il mio cuore in quei tragici momenti dopo il 6 aprile. Il gesto di condividere con voi questa parte del mio video vuole essere un’occasione per augurare via web a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari un caloroso e sereno Buon Natale dalla Garrisi Family. In particolare vorrei volgere il mio pensiero di natale a queste persone: a mia moglie Elena e ai miei bimbi Giulia Vincenza ed Emanuele Paolo. A mio suocero Pino Costa e a mia mamma. A Sergio, Francesca, a tutto lo staff e ai colleghi della mia associazione subacquea di Protezione Civile Insieme Nel Blu. Ai ragazzi e a tutti gli amici di San Martino d’Ocre (L’Aquila) “Ci siete anche voi nel video”. Alla famiglia Barretta, Sandra Luna, Rossella Roselli e Alice Marchegiano. Volgo inoltre il mio pensiero a te Giustino Parisse e alla tua bella Onna (Aq) (I tuoi angeli ti assistono). Ai bimbi delle elementari, scuola dell’infanzia e asilo nido del comune di Barisciano (L’Aquila), costretti a frequentare i corsi dentro i container, tra freddo e neve. Un pensiero a tutte le persone che mi vogliono bene e che non ho menzionato. Auguro a tutti un Buon Natale e Felice Anno Nuovo!!

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Il Ponte del Mare: una bellissima realtà

Pescara, 8 dicembre 2009 il Ponte del Mare che unisce le rive del fiume Pescara è stato finalmente inaugurato ed aperto alla cittadinanza. Ieri 13 dicembre io e mia moglie Elena abbiamo avuto il piacere di gustare questa meraviglia architettonica. Le prime impressioni sono subito positive: c’è molta gente che passeggia, i visi sono tutti sorridenti. E ci credo. L’ingresso sul lato nord è monumentale, fa quasi paura inerpicarsi sù per questa struttura, sorretta da questa grande colonna di ferro e tutti ponte_del_mare5questi tiranti d’acciaio. Il vento che c’è oggi provoca un leggerissimo e appena percettibile movimento del ponte ma guai se non fosse così. Il panorama è mozzafiato: non finirei più di scattare fotografie. L’emozione è tanta e lo spettacolo non è da meno: finalmente Pescara la si può ammirare dall’alto e così tutto il lungomare sia guardando a nord che a sud. La discesa verso la riviera sud è molto comoda ed è strano immaginare che in meno di 10 minuti abbiamo attraversato il fiume. Penso che abbiano costruito un’opera importante, di grande valore per la città e mi dispiace che all’ inaugurazione le solite correnti politiche abbiano trovato il modo di rovinare la festa. Ok, mi dispiace per D’Alfonso (l’ex Sindaco di Pescara), tutti abbiamo lodato il suo operato e sappiamo c he il Ponte del Mare è merito suo. Ma adesso bisogna guardare avanti e il Sindaco Mascia non ha fatto altro che continuare il lavoro del suo predecessore. Quindi voltiamo pagina e facciamo grande la nostra bella città.

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Amore per il mondo subacqueo

Alcuni dicono che sono pazzo, altri condividono la mia passione per il mondo sommerso. La cosa importante che mi rincuora è il fatto che non sono mai il solo a compiere pazzie del genere. Pazzie come quella di oggi 10 dicembre 2009, giorno in cui insieme al mio collega e compagno di immersione Fabio Ferretti abbiamo salutato il mare di Ancona con un tuffo nel porto del capoluogo marchigiano. Ebbene l’acqua non era fredda… Dippiùùùù!! Ma il compito che ci era stato dato era uno di quelli mooooolto delicati e bisognava portarlo a sub2termine: costi quel che costi. Il freddo?? Solo una semplice sensazione che non poteva distoglierci dal nostro lavoro. Quindi armati di muta, pinne, coltello, maschera, braga di sicurezza, cinta, guanti, bombole di aria ed erogatore in bocca, abbiamo effettuato il nostro compito in grazia di Dio con la consapevolezza che questa sarà l’ultima immersione subacquea del 2009. Avrei in mente di farne una anche il 25 dicembre ma forse non ci sarà nessuno a farmi compagnia e quando si va in acqua non è consigliato andare soli. Specie con i pinguini che ti salutano e ti passano a fianco. Saluti a tutti e tanti auguri di buone feste!

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Cena di classe: ecco qua i Ragazzi della 3^C

Che serata divertente è stata quella di ieri 18 novembre 09. A dire il vero dentro di me, mi domandavo come sarebbe andata la cena e quali stati d’animo avrebbero mai contraddistinto un incontro così particolare specie dopo tutti questi anni. E invece tutto è filato liscio come l’olio. Soprattutto tante risate (ho la mascella ancora indolenzita). Sarà stato anche grazie al vinello rosso “rustico” servito da Andrea Mammarella, titolare del locale “Pane e Tulipani” in via ravasco a Pescara, saranno state le battute a raffica dette una dietro a l’altra per identificare qualità e difetti di come eravamo e di quello che facevamo  ma sarà stato soprattutto il fatto che in fondo, i ragazzi della 3^C non sono poi cambiati così tanto ed è stato veramente come ritrovarsi tra vecchi amici ed in completa sintonia. Mamma mia! Un tuffo indietro di 21 anni (A.S. 1985-1988). In fondo le ragazze presenti alla cena ossia le gemelle (ma dove??) Lara e Wally Di Luzio e Francesca Leccese non sono cambiate così tanto: voto 10 alla loro simpatia e alla loro allegria, specie quando per filo e per segno ricordavano le battute che ogni tanto facevo in classe (Tipo “Vado a prendere l’acqua alla fonte” e la collezione “particolare” di mia mamma) Andrea Mammarella: voto 10 in primis a te e al tuo stato di “eterno ragazzo” e voto 10 anche al tuo chirurgo estetico di Casablanca che ti ha letteralmente trasformato (ma una volta non eri basso, biondo e con gli occhi azzurri?? Mah!!). Carlo Contasta: voto 10. Non sò perchè ma ci avrei scommesso che saresti venuto in giacca e cravatta. Il tempo ti ha sicuramente reso un fascini particolare e meno male perchè da ragazzo non eri mica così bello 😉 Giuseppe Serra: voto 10. Beh, Giusè in fondo io e te non ci siamo persi più di tanto di vista. A parte una parentesi forse segnata più dai fatti negativa della vita che non ci ha permesso di vederci negli ultimi tempi. Io e te da “grezzi e rustici” che eravamo e forse lo siamo ancora, ci siamo sempre trovati in sintonia quasi su tutto, specie sui videogiochi (Ricordi le partite al Commodore 64??). Sergio Santella: voto 10. Tu e Fabrizio Bascelli eravate dei simpaticoni (Ricordi le serate al cimitero di Sant’Anna??) e il tempo non ti ha cambiato affatto (questa almeno l’impressione che ho avuto). Beh!! Il voto a me non posso darlo. Sicuramente in cuor mio penso di avere certamente un pò, come dire, limato l’ingenuità che mi caratterizzava all’epoca e per il resto lascio ai miei cari e ritrovati compagni di classe, il compito di giudicarmi. Il voto e il giudizio che ho dato è ovviamente un modo giocoso di fare il punto su di voi e su una serata che mi ha dato tanta allegria e soprattutto tanta felicità per avervi rivisto. Spero non ve la prendiate a male. Un saluto agli assenti “ovviamente giustificati” e mi auguro di ripetere in futuro l’esperienza di ieri sera, anche allo scopo di ritrovarci più numerosi. Di seguito riporto l’elenco ufficiale (almeno così ricorda Wally che lo ha redatto con non poche difficoltà mnemoniche) della classe 3^C della scuola media statale F.Vicentini di Chieti a.s. 1985-1988. Mi raccomando un bel “Presente” quando venite chiamati:
Bascelli Fabrizio, Cornacchia Maria Assunta, Cornacchia Vincenzo, Capone Arturo, Contasta Carlo, De Vito Daniela, Di Luzio Lara e Di Luzio Wally, Di Muzio Gabriella, Evangelista Elena, Finestrone Gaetano, Garrisi Paolo, Leccese Francesca, Mammarella Andrea, Martini Raffaello, Melideo Mirco, Nicolini Barbara, Palombaro (Nome???), Sansovini Nicola, Santella Sergio e Serra Giuseppe.
Per concludere ancora un grosso grosso, grazie ad Andrea Mammarella per aver coordinato il nostro incontro tramite telefono e anche tramite il mitico social network Facebook, che in questo caso ha svolto egregiamente il compito per cui è nato effettivamente. Saluti a tutti e al prossimo post 😉
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C’era una volta il Balena Bianca Multiclub. Prologo o epilogo?

Tempo fa (esattamente il 22 gennaio scorso) scrissi un articolo sul mio blog personale paologarrisi.com riguardo il mitico locale della Balena Bianca Multiclub. Gli abitanti di Città Sant’Angelo e non solo ricordano con entusiasmo quegli anni tra l’80 e 90, in cui noi gioventù della classe 50-60-70, frequentavamo assiduamente uno dei locali, se non il locale più bello e famoso della costa tra Ortona e Giulianova. Era una tra le mete più frequentate dove passare una bellissima serata con gli amici, giocare a bowling, biliardino, ping pong, mangiare la pizza ordinandola per via telematica oppure spassarcela con i mitici Vincenzo Olivieri e Marco Papa. Ahimè, tempi che furono. Sempre sul mio blog segnalavo con questo articolo il degrado e l’abbandono più completo per quel mitico tempio del divertimento, perchè caso ha voluto, che io acquistassi la mia prima casa, proprio sopra la Balena Bianca. Beh mi riprometto di farvi vedere delle foto e dei video girati proprio là sotto dato che qualche tempo fa ispezionai, insieme all’amministratore di condominio Davide Nicoletti ed un perito ingegnere, la situazione delle nostre fondamenta considerando il terremoto del 6 aprile scorso. Capite bene che i locali della Balena rappresentano le fondamenta di casa mia e dopo il sisma la paura di veder sprofondare la propria casa era troppa. Decidemmo così di ispezionare, filmare e fotografare, tutti i locali sotterranei per valutare eventuali cedimenti strutturali. Beh, non vi dico quello che hanno visto i nostri occhi. Marina di Città Sant’Angelo ha una piscina sotterranea e tutt’un mondo ricco di fauna e flora sommersa, così ben strutturato e così ben insediato da far invidia anche alla raccapricciante scenografia del film Jurassic Park. Insomma uno schifo per ciò che concerne l’igiene. E poi comunque in termini di sicurezza l’ingegnere venuto lì apposta per la nostra perizia non presagiva niente di bello. Bisognava agire con qualche intervento “tampone” al più presto. Morale della favola: dall’estate scorsa giungiamo ai giorni d’oggi e quale bella notizia vi do?? Che finalmente l’ex Balena Bianca Multiclub è stata aggiudicata all’asta al miglior offerente (o forse regalata all’unico acquirente presente). Ahhhhhh, gioia immensa, gaudio e felicità, mi sono detto tra me e me appena saputo da Miriam al telefono (la mia vicina di casa). Che bello, bellissimo, finalmente possiamo sperare in una nuova rinascita della nostra proprietà, in una messa al sicuro di tutto il sotterraneo e di una sana pulizia e ripristino di quello che fino ad ora non era nient’altro che una palude. Che Dio ce la mandi buona e speriamo di aver messo la parola fine alle nostre paure (giustificate anche per la sicurezza dei nostri figli). Presto vi aggiornerò meglio sulla situazione e sui progetti che i nuovi acquirenti hanno per quei locali, quelli che una volta aiutavano noi maschietti ad “attrezzare” la seratina.

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Angeli della PatriaSecondo Me

Un tributo ai colleghi parà caduti a Kabul

Nassirya, novembre 2003: 19 carabinieri morti. Kabul, settembre 2009: 6 paracadutisti della folgore morti. Oggi il mio pensiero va a voi ragazzi che qualche giorno fa, siete saliti al cielo e avete finito prematuramente, di vivere la vostra esistenza. Va a voi che ci avete lasciati soli, nel nostro piccolo e grande dolore per aver perso dei colleghi, simbolo della nostra nazione, della nostra bandiera. Posso dire con certezza e con orgoglio che siete morti da eroi, consci della grande responsabilità a voi affidata, ossia quella di portare la pace in una terra martoriata, in una terra piena di uomini terribili che forse, pace mai vorranno avere. Stamattina la cerimonia dell’alza bandiera, non ci ha dato come al solito, il buongiorno. -“E’ strano”- mi sono detto col collega Giovanni C. – “Stamattina non ho sentito l’alza bandiera suonare. E tu?”- Sapete, a volte la frenesia della vita ci fa dimenticare tante cose, anche delle celebrazioni solenni. Poi passando attraverso il piazzale, gli occhi si alzano in alto e tutto torna alla mente: -“Oggi ci sono i funerali dei parà, Giovà. Strano anche le bandiere, la nostra e quella europea a fianco, sembrano tristi. Non sventolano, non si animano, proprio alcun movimento”-. Il terremoto in Abruzzo mi paracadutista_voloha cambiato la vita. Mi ha insegnato a saper piangere, sfogare il dolore con le lacrime e oggi è lo stesso. Mi ferisce tanto soprattutto sapere che chi continuerà a piangere e soffrire per sempre, saranno i vostri famigliari, le vostre mogli, i vostri figli. A loro va ora il mio pensiero e il mio dolore: voi avete raggiunto il paradiso, loro stanno toccando l’inferno. Un inferno buio, fatto di solitudine e amarezza per non essere riusciti neanche a darvi un saluto, un ultimo bacio, un ultimo abbraccio. Spero per loro, che il tempo passi presto, l’unica e sola medicina che potrà affievolire il dolore dei loro cuori. Spero che i piccoli dei militari caduti, capiscano un giorno di aver avuto dei papà speciali, degli eroi dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero. Ciao ragazzi. W la folgore, W la nostra nazione, W la nostra bandiera.

P.S. Questo post lo dedico a tutti i papà militari, morti per colpa di efferati attentati o semplicemente mentre svolgevano il loro lavoro. Lo dedico ai papà Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia, Finanza, Forestale, Esercito, Marina (la mia forza armata) e Aeronautica che operano tutti i giorni con la consapevolezza che qualsiasi giorno, qualsiasi momento, potrebbe essere anche l’ultimo. Ma questo è il nostro lavoro, questo è il nostro orgoglio, questa è la nostra maledizione, questa è la nostra scelta, il nostro dna.

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Una recensione particolare

Parlare del libro L’Aquila 06.04.2009 “Il catastrofico terremoto delle 3:32” scritto da mia moglie, Elena Costa, è un avvenimento  che mi rende fiero ed orgoglioso di lei. Non è assolutamente facile farlo ma voglio che questi miei pensieri oltre che con le parole, vengano impressi anche tra i post del mio blog. Tenere tra le mani e sfogliare una ad una le pagine di 3 mesi del suo duro lavoro è un’esperienza che mai avrei pensato mi toccasse così profondamente. Un lavoro immane diviso anche con gli impegni famigliari che una mamma e moglie conosce benissimo. Ricercare poi persone disposte ad aprirsi e parlare della loro tragica esperienza non è stata certo una cosa semplice. Ricordo ancora le nottate passate a trascrivere al computer quelle interviste fatte negli alberghi della costa adriatica, il piccolo mangianastri che fa avanti e indietro emanando quello stridio fastidioso alle orecchie, gli occhi arrossati perchè in lacrime mentre viene battuta, parola per parola, il racconto di tanta, tantissima, direi troppa sofferenza di coloro che hanno perso tutto ma si sentono fortunati, perché sono sopravvissuti e di coloro che non vorrebbero più svegliarsi la mattina per vedere la luce del sole, perché hanno perso uno, due o tutti i propri cari, sotto le macerie. Non è facile neanche per me ancora oggi parlare dei fratelli aquilani e giuro che mi sono emozionato tantissimo quando ho sfogliato dall’inizio alla fine, il libro di Elena. E gli occhi a un certo punto non ce l’hanno fatta più a riconoscere le parole tra le righe mentre la gola poi non vi dico invasa come da un veleno amarissimo. Secondo la mia interpretazione le prime pagine del libro rappresentano una certa razionalità: dalla premessa del Prof. Vincenzo Di Marco ai ringraziamenti di mia moglie, fino ad arrivare alla prefazione di Guido Bertolaso, instancabile ed eccellente regista delle operazioni della Protezione Civile (di cui sono fiero di far parte). Da parte del Dottor Bertolaso, due pagine profonde e intense che risaltano il grande lavoro fatto da Elena Costa, mettendo a duro confronto il terremoto, visto come una furia incontrollabile ed imprevedibile della natura, con la razionalità dell’uomo, sempre alla ricerca di risposte. Poi dopo di lui, un dilagare di emozioni fortissime: dalle parole di Gianni Chiodi il nostro Governatore della Regione Abruzzo e Stefania Pezzopane, Presidente della Provincia dell’Aquila: i loro commenti sono un pieno di sensazioni personali miste ad amore e coraggio esemplari. fogliando ancora tra le pagine arriviamo a i ritagli dei titoli dei giornali locali e nazionali: da quei primi giorni fino ad oggi. E ancora le oltre 200 foto selezionate da un bacino di oltre 2000 scatti, effettuati da amici di Protezione Civile e fotografi professionisti. E poi, la cosa più importante le 40 testimonianze di chi è stato investito dalla furia della natura e da chi è stato chiamato per tendere una mano. Alcune delle storie conducono a  persone che ho conosciuto personalmente. Tra cui Simona Iannini (insieme al marito Francesco e il figlio Stefano) che ha raccontato una delle esperienze più dure, Viviana Di Pasquale e Fernanda Di Biagio amiche piene di speranza conosciute nella tendopoli di San Martino D’Ocre. Insomma, un libro completo sotto ogni punto di vista che io considero un vero documentario storico contemporaneo e mai come in questo caso “la storia l’abbiamo vissuta e scritta noi” anche se involontariamente. Ora non ci rimane, anche grazie al libro di Elena Costa, di tenerla sempre viva nelle menti di ognuno di noi perchè molto deve essere ancora fatto. Soprattutto per evitare (o almeno contenere) che stragi così efferate si ripetano ancora una volta.

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