Notizie di qualche ora fa: Luciano D’Alfonso, sindaco dimissionario di Pescara, è stato rimesso in libertà e potrà passare le festività natalizie tra i suoi cari, soprattutto da uomo libero. Ora, un pensiero sorge spontaneo da parte mia e mi piacerebbe esternarlo alla rete: a prescindere dai colori politici che posso o non posso condividere, vorrei però dire che D’Alfonso non merita assolutamente questo “accanimento giudiziario”, specie in questo periodo di feste. Da cittadino dico che D’Alfonso ha saputo essere un vero sindaco ed ha svolto in maniera ineccepibile il suo mandato e tutti i pescaresi lo possono affermare. Sì perchè la città è molto cambiata da quando è lui il Sindaco, è sotto gli occhi di tutti la metamorfosi che ha avuto Pescara. Quindi non è giusto che la Giustizia italiana che da sè, fa buchi da tutte le parti e non trova di meglio da fare che attaccarsi da sola (vedi le intercettazioni fra procure), attacchi personaggi seri e indegerrimi come D’Alfonso. Sicuramente fare politica significa anche fare compromessi per raggiungere degli obiettivi per la comunità e questo tutti lo sanno: perciò lasciate stare il Sindaco D’Alfonso, il nostro Sindaco…
Da il Corriere.it>>
PESCARA – E’ stato rimesso in libertà l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, ai domiciliari dal 16 dicembre scorso con l’accusa di aver intascato tangenti. Il gip Luca De Ninis ha disposto la revoca degli arresti domiciliari comminatigli il 16 dicembre scorso. L’esponente del Pd era stato accusato di avere intascato tangenti. A questo punto resta da vedere quale sarà il comportamento di D’Alfonso, che dopo il suo coinvolgimento nella vicenda aveva rassegnato le proprie dimissioni. Ha ora tempo fino al prossimo 5 gennaio per ritirarle, evitando quindi il commissariamento del Comune e le elezioni anticipate. Alla notizia della sua liberazione, una piccola folla che si era radunata davanti alla sua abitazione ha iniziato ad incitarlo chiamando a gran voce il suo nome. D’Alfonso si è affacciato al balcone e, tra le lacrime, ha salutato i concittadini che lo acclamavano.